02 Mar Gli italiani non sono tutti vigliacchi
L’Italia è di chi fa dell’umanità cultura senza confini, perché l’Italia è crocevia di culture che, nei secoli, si sono alternate e sovrapposte fino a dare al popolo i connotati che ha oggi.
Quest’uomo, nel video di Repubblica.it, nella sua dimensione di essere umano, ci conferisce il dovere di essere fieri. Quest’uomo rappresenta la profondità dell’amore per l’altro, dell’empatia che non si ferma agli schemi rigidi di cervelli di plastica, che non riduce una vita alla biologia, che mette il valore di ciò che conta al di sopra del passaporto, dell’etnia e dei colori.
Quest’uomo è la profondità che ha fatto dell’Italia un Paese di respiro tanto ampio da affascinare, come una poesia sussurrata, il mondo intero. Questa profondità, quest’ampiezza, questa umile connessione con l’altro, qualcuno la chiama buonismo.
Il resto è tutta anoressia mentale, un’incapacità di pensare con la propria testa per sentirsi parte di una maggioranza, come se appartenervi fosse già avere ragione.
Non conta il numero, non conta chi governa, non conta il pensiero dominante: i vigliacchi, gli ignoranti e i poveri di umanità, per quanti possano essere, saranno sempre una maggioranza trascurabile.
Quest’uomo è italiano. Sergio Mattarella è italiano. I vigliacchi no.
(Foto di copertina: Palasport di Crotone. Alcune delle bare dei migranti, morti nel naufragio. Foto di Remo Casilli/Reuters, La Repubblica del 01/03/2023).